Nasce a Venezia nel 1962 – ora vive tra Milano e New York
La laurea in Storia Moderna, con un tesi sulla letteratura di viaggio nell’epoca delle grandi scoperte geografiche, dà l’impronta a tutta la sua vita artistica.
Campigotto è fondamentalmente un viaggiatore con al seguito una macchina fotografica.
Il suo percorso culturale e artistico è –sia pur con altri mezzi – tutto sulla scia dei mercanti veneziani del Cinquecento e dei fotografi-viaggiatori ottocenteschi: intraprende i suoi viaggi con uno sguardo carico di suggestioni cinematografiche e letterarie alla ricerca della forza evocativa di luoghi capaci di attivare l’immaginazione e proiettare in epoche e atmosfere lontane.
Il suo viaggio assume il senso di una fuga nell’immaginario, perché le sue immagini ri-fotografano, riguardano, tutto ciò che è già stato fotografato.
Riesce a far uscire le sue fotografie dal cliché delle fotografie di viaggio per divenire episodi di un romanzo fantastico.
«Quando mi chiedo perché ho scelto di fare il fotografo mi inchiodo alla
spiegazione più ovvia: è accaduto perché la fotografia è un’applicazione
della memoria, un artifizio tecnologico che interagisce coi ricordi.
Un prodigio che aiuta a esorcizzare la perdita di qualcosa, qualcuno,
celebrandone al tempo stesso l’assenza.
Perché ha a che vedere con la Storia – con il bisogno di rivedere, di
tornare indietro»